Guatemala, il coraggio di un bambino di 6 anni “Ho visto massacrare la mia famiglia”

Testimone della sparatoria in cui sono morti genitori e fratelli

Racconta tutto alla polizia e consola la sorella di 3 anni

Un bambino di sei anni racconta alla polizia come un commando di killer ha massacrato i suoi genitori, i fratellini di otto anni e otto mesi, la nonna e gli zii. Poi il bimbo prende sotto il braccio la sorellina di tre anni. E finalmente si abbandona al pianto. Sono le immagini catturate da un fotografo dell’agenzia Epa giunto sul luogo della mattanza quando il fumo degli spari non si era ancora posato.

LA SALVEZZA – È successo in Guatemala, dove la vita ha un prezzo irrisorio per la povera gente che vive nelle campagne. Come racconta il Daily Mail, i due bambini sono stati fortunati a sfuggire alla pioggia di pallottole riversata sulla loro casa, a Las Escobas, nei sobborghi di Villa Canales, 22 chilometri a sud di Guatemala City. Nelle foto si vede il piccolo che indica agli agenti il luogo dell’aggressione, mima persino gli assassini dei suoi familiari facendo il gesto del mitra. Quindi abbraccia la sorellina. E in un ultimo scatto lo si vede singhiozzare, con il volo coperto dai pugni.

LE INDAGINI – Anche grazie al suo aiuto, gli inquirenti hanno accertato che ad entrare in azione sono stati dieci uomini a volto coperto, armati di fucile e mitra AK 47. Erano divisi in 2 gruppi: uno è entrato in casa dalla porta principale ed ha ucciso Enrique Gonzalez, 35 anni. Dall’ingresso posteriore il secondo gruppo ha aperto il fuoco su Roberto, 28, Maria Concepcion, 50, e Encarnacion Gonzales, 18. Destata dagli spari Maribel Sandra Gonzalez, 30 anni, in quel momento a letto col bimbo di 8 mesi, ha cominciato a urlare chiedendo aiuto. I killer si sono così accorti della sua presenza, hanno sfondato la porta dietro cui si era barricata, e l’hanno giustiziata senza alcuna pietà per il neonato. Nella stanza accanto hanno quindi ucciso l’altro bimbo, Ismael, di 8 anni. Feriti anche i fratellini di 4 anni e 11 anni.

IL MOTIVO – I giornali guatmaltechi ipotizzano che a scatenare la furia omicida sia stata una disputa su un terreno. La famiglia Gonzales si era rifiutata di vendere il pezzo di terra su cui sorgeva la propria casa e la piccola coltivazione di caffè che dava da mangiare a 12 persone. I vicini raccontano che avrebbero ricevuto molte pressioni. Ma che non hanno voluto cedere.

Testo tratto da CORRIERE DELLA SERA .IT

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